Pianta della famiglia delle
Violaceae, distribuita in Europa, Asia e Africa settentrionale. In Italia
è comunissima lungo le siepi e al margine dei boschi, dal mare alla zona
montana.
GENERALITÀ
La
viola mammola è una pianta erbacea perenne con rizoma stolonante e
strisciante sul terreno, che emette radici avventizie formando nuove piante. È
spesso coltivata in serre per ottenere fiori recisi che vengono posti sul
mercato a mazzetti.
Le foglie sono riunite in una
rosetta basale e sono lungamente picciolate. Il lembo fogliare ha forma di
cuore. Il margine è inciso a piccoli denti e la superficie fogliare
è pelosa in entrambe le pagine.
I fiori sono
solitari, portati da lunghi peduncoli; presentano un calice diviso in cinque
sepali ovali-oblunghi, ottusi all'apice, mentre la corolla è formata da
cinque petali di colore violetto, con base di colore bianca venato. Il petalo
inferiore è prolungato posteriormente a formare un piccolo sperone, i due
petali superiori rivoltati all'indietro; gli inferiori laterali invece sono
arcuati e quasi uniti a quello centrale.
I frutti
sono delle capsule di forma sferoidale, che a maturità si aprono in tre
parti e lasciano fuoriuscire numerosi semi di colore bruno nerastro,
sferici.
Per impiego terapeutico si utilizzano il
rizoma e i fiori.
Viola del pensieroIMPIEGO
TERAPEUTICO
La viola mammola e le sue
proprietà terapeutiche erano ben note agli antichi Greci e Romani. I
trattati di quell'epoca infatti riportano le proprietà diuretiche,
sudorifere ed espettoranti di questa pianta, il cui uso si andò poi
estendendo in epoca medioevale e
rinascimentale.
Oggi questa pianta non viene
più largamente utilizzata come un tempo, pur presentando interessanti
proprietà terapeutiche. Sono state infatti dimostrate le sue
proprietà bechiche, emollienti, espettoranti, sudorifere. La radice
inoltre ha proprietà leggermente purgative, e a forti dosi diviene
vomitiva.
Più che in medicina, la viola
mammola è oggi usata in profumeria, per l'estrazione di essenze che
entrano nelle miscele di profumi pregiati.
Oltre ad
avere proprietà espettoranti, i fiori eccitano la sudorazione e la
secrezione urinaria, regolando anche il transito intestinale. Con i fiori di
viola mammola si preparano infusi e tisane utilizzabili in caso di infiammazioni
delle vie aeree, soprattutto dei
bambini.
Esternamente, per le sue proprietà
decongestionanti e antiinfiammatorie viene utilizzata in infusi o cataplasmi per
togliere l'irritazione delle mucose e della
pelle.
I principi attivi della viola mammola sono:
olii essenziali, glicosidi e salicilato di metile. Soprattutto nelle radici,
sono presenti anche mucillagini e sostanze
tanniche.
PREPARAZIONI
-
Uso interno: si utilizzano l'infuso e lo
sciroppo.
L'infuso si prepara con 20 g di fiori
secchi per litro di acqua bollente. Si lascia a macero per qualche minuto, poi
si filtra per tela. Se ne prendono 2-3 tazze al giorno, eventualmente addolcite
con zucchero o miele.
Questo infuso torna utile
nella tosse e nelle irritazioni in genere dell'apparato
respiratorio.
Lo sciroppo si prepara lasciando
macerare 10 g di fiori in un decilitro di acqua, per 1-2 giorni. Si filtra e si
aggiungono 200 g di zucchero in sciroppo o solido, sciolto in poca acqua a
caldo. Si lascia poi bollire il tutto per qualche
minuto.
Lo sciroppo così preparato si prende
nella dose di 1-2 cucchiai al giorno.
-
Uso esterno: si utilizza il decotto, preparato con 50-6O g di fiori finemente
sminuzzati per litro di acqua. Si lascia bollire per un quarto d'ora, si filtra
a freddo per tela.
Il decotto così preparato
serve per fare lavaggi o per la preparazione di compresse imbevute da applicare
sulle zone infiammate e contuse della pelle. È utile anche per lenire il dolore
delle scottature.
In sostituzione del decotto si
può utilizzare la polpa della pianta. Con questa polpa si fanno
applicazioni sulle zone infiammate o lese interponendo una garza. La polpa
è utile per la terapia delle ragadi e delle affezioni cutanee in
genere.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE
Il rizoma della pianta, che ha scarso
impiego terapeutico, viene raccolto al termine del periodo vegetativo e seccato
al sole.
Il fiori, che costituiscono invece la
parte terapeuticamente più interessante di questa pianta, vanno colti
appena inizia la fioritura, in primavera presto, da febbraio ad aprile. Si
colgono i fiori senza picciolo e si fanno seccare all'ombra, disponendoli in
sottile strato su graticciati o setacci a maglie larghe. Meglio sarebbe
provvedere a un essiccamento artificiale in stufa a circolazione d'aria forzata,
a una temperatura di 40 gradi.
I fiori si
conservano in sacchetti di carta o di tela o in vasi di vetro scuro chiusi.
Vanno rinnovati tutti gli anni.
La coltivazione
della viola mammola non presenta nessuna difficoltà, essendo pianta
perenne che si può facilmente trapiantare asportando dei rizomi da piante
selvatiche. È possibile approvvigionarsi di rizomi anche presso i comuni
floricultori o vivaisti.
I rizomi vengono posti in
terreno sciolto e ben concimato alla distanza di 20-25 cm l'uno
dall'altro.
Dopo un anno di vegetazione, se il
terreno è adatto e la coltivazione seguita con frequenti sarchiature e
irrigazioni periodiche soprattutto durante il periodo estivo, si otterrà
un tappeto omogeneo, che a partire già dal secondo anno di impianto
darà in primavera un'ottima produzione di fiori.